Marzo 29 2017 0Comment

#nlfitalia17 Maria Cristina Antonucci al Nonprofit Leadership Forum

Maria Punzo intervista uno dei relatori della prossima edizione del Nonprofit Leadership Forum. Ancora pochi posti disponibili. Iscrizioni aperte su www.nlfitalia.org

 

Intervista a Maria Cristina Antonucci

Maria Cristina Antonucci è ricercatrice in Scienze Sociali al CNR. Si occupa di advocacy e rappresentanza del terzo settore, nuovi formati per la partecipazione collettiva, rapporto tra società civile e sistema della politica e delle istituzioni. Su questi temi ha pubblicato articoli e volumi.

La contaminazione tra il Profit e il Non-Profit è possibile? E se si cosa contaminare?

La contaminazione tra questi due mondi non solo è possibile e anzi auspicabile, ma è, per molti versi, già pienamente attivo nel nostro mondo. Basti pensare all’adozione da parte di soggetti di impresa di un novero sempre maggiore di pratiche di CSR e di azioni di give-back   nei confronti del contesto locale, cui corrisponde uno sforzo costante   nel Non-Profit a mettere a punto pratiche organizzative di gestione delle attività e strumenti per l’analisi di impatto sociale. Metodi e strumenti di Profit e Non-Profit si prestano ad intersecarsi con sempre maggiore frequenza e secondo modalità consapevoli e intenzionali tanto da parte dei soggetti di impresa quanto da parte degli attori del terzo settore.

Che tipo di innovazione si augura per il mondo del Non-profit?

Mi auguro che giungano presto le regole di dettaglio, contenute nei decreti legislativi previsti dalla riforma del terzo settore: i tempi sono davvero maturi per avere una cornice di regole certe, in cui sia possibile dispiegare il potenziale di innovazione del Non-Profit. L’innovazione del Non-Profit si esplica, a mio avviso, soprattutto nella capacità di produrre soluzioni concrete a fabbisogni di   prossimità mediante il contributo relazionale di tutti i soggetti   coinvolti: cittadini, associazioni, organizzazioni di volontariato, imprese sociali.

 Sulla base del nuovo cambiamento sociale che sta avvenendo in Italia (più poveri, più anziani…) quale ruolo pensa che il Non-Profit debba avere? Che scenari futuri si immagina?

Il Non-Profit sarà sempre più centrale per fornire risposte locali di welfare nei confronti delle emergenze di inclusione sociale, di tutela delle fragilità, di creazione di una società integrata e coesa.
In un contesto in cui ila dimensione nazionale del welfare statale tende ad essere meno incisiva e in cui i soggetti di impresa  tradizionali potrebbero non trovare profittevole introdursi in questo  ambito di attività, il ruolo del Non-Profit sarà sicuramente decisivo  per occupare lo spazio di elaborazione di risposte locali per i  fabbisogni emergenti.

 Quali sono gli stereotipi che il mondo del non profit ha verso il Profit e viceversa?

Potrei rispondere che nel Non-Profit gli attori del Profit siano valutati come uomini di business con l’occhio rivolto solo alla massimizzazione del profitto da un lato; mentre il sociale possa essere considerato, dai soggetti di impresa, come il paradiso dei grandi cuori privi della necessaria capacità organizzativa. In realtà la mia impressione è che molti di questi pregiudizi siano ormai superati da un percorso compiuto insieme nelle partnership pubblico privato non profit e che sempre di più, mediante la collaborazione tra questi soggetti ogni futuro modello di attività contribuirà al superamento delle vecchie, non veritiere, idee che questi due mondi nutrivano l’uno verso l’altro nel momento in cui essi non si conoscevano e frequentavano.

 

admin

admin