Maggio 05 2017 0Comment

#nflitalia17 Raffaele Picilli al Nonprofit Leadership Forum

 

In vista della terza edizione del Nonprofit Leadership Forum, una nuova intervista di Maria Punzo a Raffaele Picilli.

 

Raffaele Picilli, fundraiser. Nel 2001 fonda il network di consulenti per il Nonprofit Raise the Wind. Ad oggi conta oltre 110 organizzazioni nel portfolio clienti. È l’ideatore del blog tematico www.beafundraiser.it, che raggiunge le 60.000 visite annuali. Autore di ricerche comparative sul fundraising tra cui: “fundraising e people raising per la politica” Italia/Usa/U.K. edizioni 2010, 2013, 2015, 2016, “fundraising e people raising per la sanità” Italia/Usa/U.K. 2012. È docente in tecniche di fundraising e dall’anno 2001 ha formato oltre 11.000 operatori appartenenti al Terzo Settore. Cura rubriche sul fundraising sui mensili: Conferenze di Oznam, Volontariato Oggi, Felicità Pubblica. È autore, insieme a Marina Ripoli, di “Fundraising e comunicazione per la politica” Rubbettino Editore.

 

La contaminazione tra il Profit e il Non-Profit è possibile? E se sì, cosa contaminare?

Io credo che sia già in atto e che possa portare solo buoni frutti se gli attori del cambiamento si muovono con etica e professionalità. Il Terzo Settore non è il sostituto “economico” del Profit, ha una sua storia che in Italia parte da molto lontano. Purtroppo, l’idea di molti è che il Nonprofit sia il fratello povero del Profit. Per fortuna, gli esempi di contaminazione fruttuosa ci sono e sono sempre in aumento.

 

Che tipo di innovazione si augura per il mondo del Non-profit?

Bisogna capire che tipo di Nonprofit vogliamo nel futuro. Sempre più professionalizzato, sempre più impegnato a sostituire i vuoti lasciati dallo Stato, sempre più impresa e meno volontariato puro? Io mi auguro un Terzo Settore che sia davvero di aiuto alla società civile e non sostituto degli Enti Pubblici.

 

Raffaele, tu lavori nel settore Non Profit da molti anni, cosa è cambiato secondo te, in questi anni in positivo e negativo?

In positivo sicuramente una maggior comunicazione tra i cittadini del mondo nonprofit. Si parla sempre di più di volontariato e solidarietà e questo è un bene. In negativo, la presenza di organizzazioni nonprofit che ormai sono “aziende” protese disperatamente alla ricerca di fondi e che non si fanno scrupoli di utilizzare una comunicazione feroce e colpevolista per raggiungere gli obiettivi di cassa.

 

Quali sono gli stereotipi che il mondo del non profit ha verso il Profit e viceversa?

Qualche volta il mondo nonprofit viene considerato come un tappabuchi o come un gruppo di persone dedite al malaffare. Altre volte come cittadini che hanno tempo da perdere o peggio, un interesse non altruistico nel voler aiutare chi ha bisogno di aiuto. Quando questi stereotipi sono anche convinzione di una certa politica, allora i preconcetti si amplificano di molto, peggiorando la situazione. Guardando al mondo profit, troppo spesso il Terzo Settore lo considera come un pianeta lontano, un mondo con cui non confrontarsi e invece non è così, e durante la prossima edizione del Nonprofit Leadership Forum, sono certo che lo dimostreremo.

 

 

 

 

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