Maggio 15 2017 0Comment

#nlf2017 Piermario Barzaghi al Nonprofit Leadership Forum

Una nuova intervista della nostra socia Maria Punzo: Piermario Barzaghi di KPMG

Laureato in Economia e Commercio presso “l’Università Sacro Cuore” di Milano è Partner dal 2001 della KPMG Advisory, Risk and Compilance Services Internal Audit Services della Lombardia. Vanta una lunga esperienza come revisore contabile in società  quotate e multinazionali estere e principalmente US, UK, Germania, Olanda e Giappone, nonché in due diligence finanziarie. PierMario è promotore e socio fondatore del GBS (Gruppo di Studio per il Bilancio Sociale), membro del comitato scientifico di ALTIS-Università Cattolica e membro del consiglio direttivo di Social Value Italia. PierMario svolge attività di docenza presso diverse Università Italiane.

 

La contaminazione tra il Profit e il Non-Profit è possibile? E se si cosa contaminare?
Il settore non profit svolge un ruolo fondamentale nell’offrire servizi in contesti in cui il settore profit,
per sua natura, ed il pubblico per altri motivi, non riescono a garantire. Profit, non profit e pubblico
sono settori ben distinti per fortuna, ma possono proficuamente confrontarsi. Non parliamo
assolutamente di portare in generale la cultura del profit nel non profit, ma di portare la cultura del
rigore gestionale dal profit al non profit.
Nella nostra società crescono i bisogni, occorre offrire risposte sempre più efficaci in situazioni
complesse confrontandosi con situazioni finanziarie tendenzialmente in riduzione. Nel contesto
attuale di risorse limitate la sfida è ancora più grande. Proprio su questo punto, nella gestione della
raccolta e dell’utilizzo dei fondi che vorrei soffermarmi nello spiegare perché secondo noi è
importante che il non profit guardi al profit.
Riagganciandosi alla ‘questione del bilancio’, l’esperienza di KPMG con l’analisi di bilanci di
organizzazioni non profit racconta quali benefici hanno le ONP nel dotarsi di un modello di gestione
strutturato e di un bilancio che ne restituisca una fotografia fedele, valorizzando l’operato
dell’organizzazione, consentendo di aumentare trasparenza, efficienza e capacità di dialogare con i
propri donatori. Una gestione professionale della raccolta fondi e dei propri donatori è quindi di vitale
importanza nel non profit.
Un modello di gestione strutturato, una gestione del donatore professionale, la redazione di un
bilancio con parametri oggettivi richiede la creazione di competenze che a loro volta coinvolgono
risorse ed impegno. Questi sono importanti elementi per incrementare la raccolta di fondi e crescere.

 

Che tipo di innovazione si augura per il mondo del Non-profit?
Negli ultimi anni KPMG insieme ai Comuni delle città italiane più grandi ha attivato collaborazioni
molto importanti ed efficienti. Prima fra tutte ricordo la campagna Volontari per un Giorno, un
progetto a rete attivo dal 2011 che poggia le basi del suo successo sulla condivisione e
sull’innovazione. Si tratta infatti di una rete di imprese, istituzioni e organismi di rappresentanza dei
settori profit e non profit, che collaborano con la logica di condividere risorse, network ed esperienze,
e la volontà di contribuire a un nuovo modo di essere cittadini e lavoratori.
Volontari per un Giorno è un nuovo modo di fare volontariato per le imprese, per le istituzioni e per i
cittadini in quanto si avvale della forza di fare networking attraverso il website che rappresenta il
cuore della campagna e mette in contatto la domanda e l’offerta del volontariato, i social network, il
marketing e gli eventi che ne permettono la diffusione a livello nazionale.

 

Secondo Lei, la Pubblica Amministrazione può costituire un anello di congiunzione tra
il mondo del Profit e del non Profit? E se Si, quali sono i VALORI che assolutamente
devono essere condivisi tra di loro (Profit, non profit e Pubblica Amministrazione)?
La campagna Volontari per un Giorno ha dimostrato, nel corso di questi 6 anni, che la relazione tra
pubblico-privato-istituzioni, è un tema centrale per il futuro, l’evoluzione e la sostenibilità del mondo
del sociale nel nostro Paese. E’ fortissima la necessità di mettere a sistema il cambiamento culturale
e sociale, attivando processi in grado di coinvolgere sul territorio attori molto diversi tra loro quali
istituzioni, imprese e non profit. E’ necessaria una visione strategica per il nostro territorio che negli
ultimi anni ha visto l’amministrazione pubblica lavorare intensamente, attraverso formule e modelli
differenti, creazione di connessioni tra i più disparati settori come ad esempio, il wellness, la mobilità,
il sostegno sociale grazie all’interazione e l’aiuto del profit.
Vorrei evidenziare i valori che reputo debbano essere condivisi attraverso quelli che la campagna
Volontari per un giorno ha fatto suoi: aumentare il numero di persone che dedicano parte del loro
tempo ad attività di volontariato; sensibilizzare le imprese e gli enti locali sollecitandoli ad attuare
progetti di volontariato d’impresa; sostenere le organizzazioni del Terzo Settore nella loro attività di
ricerca volontari; migliorare il rapporto tra profit e non profit.

 

Quali sono gli stereotipi che il mondo del non profit ha verso il Profit e viceversa?
A mio parere gli stereotipi più comuni nel settore non profit sono la carente gestione delle risorse e la
reportistica insufficiente in merito alle progettualità realizzate anche in chiave di trasparenza nei
confronti dei donatori (imprese o cittadini).
Nonostante ciò credo che anche questi pregiudizi stiano pian piano scomparendo lasciando il posto
a maggiore “professionalità” anche in questo settore. La mia esperienza degli ultimi anni ha visto
KPMG sempre più coinvolta nello sviluppo di progetti pro-bono dedicati alla realizzazione di report di
sostenibilità anche per il mondo profit.

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