Investire in cultura
di Antonella Giacobbe
Si è svolto a Roma, il 7 giugno scorso, un seminario molto interessante sulle opportunità di finanziamento per le imprese culturali organizzato da Confindustria.
In particolare, si è trattato di un aggiornamento sui programmi di Europa Creativa – sia a livello europeo che a livello di coordinamento nazionale – e sulle opportunità di finanziamento in Italia con il programma Cultura Crea del Mibact – che ha come principale obiettivo la valorizzazione del territorio, in 5 regioni del Sud, attraverso interventi di conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e di sostegno alle start up, mettendo a disposizione 114 milioni di euro di co-finanziamento nazionale.
L’Italia, con Il tavolo tecnico presso il Mibact, presieduto dalla Dott.ssa Loglio, è stata la prima nazione europea a dotarsi di un piano operativo per l’attuazione di Europa Creativa. Del resto, l’Europa è sempre più consapevole di quanto la cultura abbia una dimensione trasversale e rappresenti lo strumento privilegiato per lo sviluppo della ricerca e dell’impresa. Non a caso, il 2018 è stato dichiarato l’anno europeo del patrimonio culturale. Purtroppo, secondo la Dottoressa Loglio, pur essendo l’Italia tra i primi Paesi ad usufruire dei programmi europei per la cultura – siamo il 1° Paese per i progetti su piccola scala, sia come candidature che come finanziamenti – abbiamo difficoltà a fare rete e ad investire risorse.
Altri interventi hanno evidenziato le sfide di Horizon 2020 per l’industria creativa italiana. Infatti, vista la grande competitività, i progetti devono prevedere il partenariato internazionale mentre le imprese devono puntare sul territorio e sulle università che fanno ricerca. Quindi molto importante lavorare sulla qualità innovativa delle proposte.
Si è anche rilevato che, in Italia, la situazione stia leggermente migliorando perché si stanno investendo più risorse nella cultura. Dobbiamo però aspettarci, anche in futuro, di lavorare con risorse sempre ridotte. Per questo è sempre più importante che vi sia una cultura manageriale che sappia “investire”, in una logica di sviluppo e non di sussistenza, e non solo gestire bene i fondi pubblici. “Prima i neuroni poi i mattoni…”
La situazione va migliorando in Italia anche per la partecipazione maggiore dei cittadini e delle fondazioni bancarie, come attesta il ricorso all’Art Bonus, soprattutto grazie al lavoro sul territorio da parte dei Comuni, anche se, da questo punto di vista, il Sud rimane indietro soprattutto per le carenze strutturali.
Infine, Paolo Verri, Direttore Generale della Fondazione Matera 2019, ha messo in evidenza come la cultura rappresenti un’opportunità preziosa di miglioramento delle performance delle imprese, non tanto per le ricadute dirette sulle vendite, quanto per l’offerta di qualità in termini di energia e nuove prospettive.