Aprile 07 2017 0Comment

#nlfitalia17 Beatrice Lentati al Nonprofit Leadership Forum

 

In vista della terza edizione del Nonprofit Leadership Forum, una nuova intervista di Maria Punto a Beatrice Lentati, decana del fundraising in Italia.

La contaminazione tra il Profit e il Non profit è possibile? E se si cosa contaminare?

Il Non profit può trarre benefici dal Profit appropriandosi di tutto ciò che gli può dare maggiori capacità gestionale, di pianificazione e di trasparenza.  Il Profit, invece, si è lasciato contaminare dal mondo del Non profit già negli 80 e 90 quando negli Stati Uniti e in Inghilterra le grandi compagnie hanno assorbito dal mondo non profit come migliorare le dinamiche interne, l’importanza del capitale umano, come migliorare le relazioni con tutti gli stakeholder e con i clienti   e consumatori, fino a “sposare” l’idea, anche se con lentezza, di comprendere quali opportunità rappresentano le attività di CSR e non solo. La contaminazione è sicuramente un arricchimento ma sempre nel rispetto di ogni entità e tenendo presente che non tutte le contaminazioni possono portare benefici.

Il mondo del Profit e del Non profit comunicano nello stesso modo?

Purtroppo i due mondi non hanno lo stesso linguaggio e questo è un grande problema. Profit e Non profit fatica a comprendersi nel modo giusto. In alcuni casi si sono visti dei cambiamenti e la capacità di capirsi e di parlare in modo congiunto e con una corretta modalità ai propri pubblici, ma questi casi sono ancora relativamente pochi. E’ richiesto uno sforzo comune di sapere conciliare le diverse esigenze e di sapere fare un passo indietro ogni volta che l’intesa non sia chiara e comune.

Che tipo di innovazione si augura per il mondo del Non profit?

La più semplice ed immediata è rappresentata dalla capacità di usare bene e con competenza gli strumenti che un tempo non esistevano e che possono facilitare grandemente e con costi contenuti i raggiungimento di obiettivi un tempo impossibili da immaginare. Parlo dei nuovi media, della nuova tecnologia, di opportunità davvero innovativi. Credo però che il Non profit debba considerare sempre attentamente gli aspetti umani e relazionali propri del settore ed evitare che questi possano venire depauperati o addirittura venir meno in quanto rappresentano il cuore di ogni Non profit. Quindi contaminazione sì ma con buon senso e molta attenzione.

Quali sono gli stereotipi che il mondo del non profit ha verso il mondo del profit, e viceversa? 

Per anni mi sono trovata a fare da “traduttore simultaneo” o “intermediario” linguistico tra aziende, istituzioni bancarie, e Non profit che non riuscivano a parlarsi e a capirsi. Il Non profit guarda al profit come “qualcuno che vuole approfittarsi” “che vuole appropriarsi dei suoi valori e non da abbastanza in cambio. Il profit pensa che quello che può dare e offrire sia perfetto e unico secondo la propria visione che generalmente è permeata di un approccio “orientato al profitto”. Come accade dall’incontro tra due persone Profit e Non profit devono cercare di porsi uno di fronte all’altro allo stesso livello: ognuno ha qualcosa da condividere e da entrambe le parti vi sono eccellenze ma anche lacune rispetto all’altro. Ci vogliono, umiltà, pazienza e desiderio di conoscersi meglio e di collaborare.

Meglio un bravissimo manager super competente o uno un po’ meno skillato ma che crede fortemente nella Causa e nei valori dell’organizzazione?

Ho la sensazione che buona parte dei manager di realtà come Musei, Ospedali, PA in generale, ma non solo, oltre a essere condizionati dalla burocrazia e dalle leggi ingarbugliare rispetto ai bisogni del settore, tendano a non trovare la voglia e la volontà di fare, di cambiare di mettersi in gioco in un ambito, quello dell’autosostentamento e quindi del fundraising.  A mio parere ciò e dovuto al fatto che non sapendone molto non ne conoscono potenzialità a e limiti e non osano affrontare l’argomento, talvolta anche per paura di bruciarsi con i loro Board. Dovremmo far loro capire che non ci si aspetta da loro che siano onniscienti ma che capiscano di potersi aprire nei confronti di un modo “innovativo” di auto finanziamento necessario per poter migliorare la propria attività a servizio del cittadino. Anche il Fundraising rappresenta una opportunità di grande innovazione in certi settori!

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