Novembre 08 2024 0Comment

I risultati della nostra indagine sulle competenze dei consulenti del Terzo Settore presentati a Roma

Sono in particolare donne (circa 60%), età media 49 anni, con un’esperienza medio lunga nel Terzo Settore (11 anni) e con un alto livello di istruzione (il 50% è laureato e il 31% ha un diploma post laurea). Sono persone versatili e attive in molti campi e investono sulla propria formazione in modo continuo, consapevoli della delicatezza del proprio ruolo al fianco delle centinaia di migliaia di enti non profit attivi ogni giorno sul territorio nazionale.

Questo in estrema sintesi il profilo che emerge dall’Indagine sullo sviluppo delle competenze dei consulenti del Terzo Settore svolta nell’ambito del progetto europeo Non Profit Consultants’ Skills, cofinanziato nell’ambito del programma Erasmus+ KA210-VET nel campo dell’istruzione e formazione professionale, del quale EUconsult Italia è capofila,  e presentato a Roma presso la sede di FB&Associati mercoledì 6 novembre con la Tavola Rotonda Quali Competenze per i Consulenti del Terzo Settore italiano ed europeo.

La ricerca

La ricerca che ha coinvolto 229 professionisti italiani e stranieri, nel mese di luglio 2024, con un questionario online anonimo in 3 lingue – inglese, italiano e spagnolo, ha avuto l’obiettivo di raccogliere dati circa attività, opinioni, atteggiamenti e remunerazione dei consulenti del Terzo Settore italiano ed europeo.

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Si tratta di una rilevazione importante ha dichiarato il Presidente di EUconsult Italia Gian Paolo Montini perché mette finalmente a disposizione dati solidi e strutturati sulla figura dei consulenti che affiancano gli enti del Terzo Settore. Ringrazio il Massimo Cealti di Altitute-Cda parte di tutta EUconsult Italia per la professionalità e la disponibilità con cui ha realizzato, per noi e per il progetto NPCSkills, questa ricerca di grande valore.

La tavola rotonda

All’appuntamento di mercoledì 6 novembre  – dopo i saluti istituzionali del Presidente Gian Paolo Montini, e la presentazione dei dati emersi dal rapporto presentati da Max Cealti – sono intervenute Silvia Prati, CEO Sme System, Daniela Fiori, Board e Comunicazione EUconsult Italia, e Francesca Mineo, Chair EUConsult. La mattinata è proseguita con la tavola rotonda, moderata da Giulia Pigliucci socia EUconsult Italia, cui hanno partecipato Simonetta Blasi, Docente della Facoltà di Scienza della Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, Maria Nigro, Presidente AIF – Associazione Formatori Italiani Lazio, Stefano Malfatti, Presidente Festival del Fundraising e Massimo Coen Cagli, Scuola di Fund Raising Roma.

I risultati in breve

Sono state raccolte le risposte di 229 consulenti, di cui 165 italiani. La metà lavora nel fundraising, altrettanti nel project management, il 45% fa consulenze di training, HR, diversity e inclusion e il 38% fa consulenze di strategia. la stragrande parte dei consulenti sono impegnati nell’aiutare i loro clienti non – profit in molti campi d’attività, quelli più versatili li supportano in attività di fundraising, marketing, consulenza strategica e training.

In particolare i consulenti che si occupano di formazione, segnalano per il 73% delle difficoltà dal punto di vista dei budget, mancanza di tempo 57% e resistenza al cambiamento da parte delle organizzazioni 55%.

I consulenti si tengono aggiornati frequentando annualmente corsi di formazione (70%) e il 25% investe in termini di tempo più di 51 ore di formazione annua (in media 38 ore).

La situazione dei consulenti dal punto di vista remunerativo è molto varia: si va dalla prestazione gratuita a redditi annuali superiori ai 100k€, con un «fatturato» annuo mediano di circa 30.000€. Esiste anche in questo settore un «gender gap» e va sottolineato che negli altri Paesi i consulenti dichiarano redditi in media più elevati che in Italia.

Le soft skills «sociali» ascolto, pensiero critico, capacità di collaborazione, empatia, ecc. – sono considerate dal campione competenze prioritarie per essere efficaci nell’operare nel Terzo Settore.

Della loro importanza sono più convinti i consulenti più giovani, donne, con reddito più modesto e che lavorano nel Terzo Settore da meno di 5 anni. Le hard skills «sociali» gestione delle risorse umane, accountability, governance, sostenibilità, ecc. – trovano invece i loro più convinti sostenitori nei consulenti con redditi di 25k ed oltre, più maturi (oltre i 60 anni) e più istruiti.

Le sfide future identificate dai consulenti sono profonde, ampie e rilevanti. Quelle più cogenti sembrano essere: professionalizzazione, cambiamento e flessibilità, digitalizzazione, diminuzione delle risorse. Se per i consulenti italiani la prima sfida è quella della professionalizzazione, i consulenti degli altri Paesi mettono l’accento sulla diminuzione delle risorse a disposizione.

Il progetto Non Profit Consultants’ Skills

Del progetto Non Profit Consultants Skills sono partner anche SMe System (Italia), EUConsult (Olanda), STP Europa (Spagna), Univers 8 Foundation (Bulgaria). Diverse realtà del panorama italiano hanno inoltre aderito formalmente agli obiettivi del progetto, tra questi: AIF – Associazione Formatori Italiani, Assif – Associazione Italiana Fundraiser, CSV Salerno, Elena Zanella Agenzia Integrata per il Sociale, Festival del Fundraising, FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, Fundraiser per Passione, Scuola di Fundraising di Roma, Ordine degli Avvocati di Milano.

Il progetto prevede tra l’altro la realizzazione entro maggio 2025 di un corso pilota di formazione sulle competenze trasversali dei consulenti e un label che in via sperimentale attesti le skills.

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